Panel tematico nel contesto delle giornate Disruptive borderlands. Unpacking the innovative potential of transbordering practices, imaginaries and policies, presso LISER – Luxembourg Institute of Socio-Economic Research, Esch-sur-Alzette (Lussemburgo)
Sessione tematica: Borderlands inside out. Trans-disciplinary conceptual and methodological dialogues across the social sciences and humanities
Corresponding organizer: – Andrea Masala (Università di Bergamo – Università di Genova – Université Grenoble Alpes)
Organizers: – Chiara Brambilla – (Università di Bergamo) – Andrea Masala – (Università di Bergamo – Università di Genova – Université Grenoble Alpes) – Giorgio Bacci – (Università di Firenze)
Nei recenti studi critici sui confini, gli approcci inter- e transdisciplinari sono spesso considerati prospettive analitiche fondamentali per una comprensione più completa delle dinamiche di confine. Tuttavia, i contributi rilevanti in questa direzione, provenienti dalle scienze sociali, dalle scienze umane e dagli stessi border studies, restano spesso confinati a un livello teorico e concettuale.
La dimensione sempre più mobile, de/territorializzata e processuale dei confini contemporanei richiede un ulteriore passo avanti. Infatti, mancano ancora strumenti metodologici transdisciplinari adeguati e aggiornati per “operazionalizzare” le nostre sofisticate conoscenze teoriche sulla complessità dei processi di confine.
Quali “tattiche” potrebbero essere elaborate in risposta a questa esigenza? In che modo le discipline scientifiche e artistiche possono cooperare attivamente per sviluppare analisi e indagini transdisciplinari più efficaci nei territori di confine?
Con l’obiettivo di rispondere a queste domande, il panel introduce e sviluppa gli obiettivi principali del recente progetto di ricerca BorderArt(E)Scapes. Arte contemporanea, antropologia e paesaggi di confine: dalla fine dell’Ottocento agli anni Duemila, leggere la contemporaneità e sperimentare nuove pratiche di ricerca.
Il progetto mira, infatti, a sviluppare nuove metodologie di ricerca applicata, nelle quali strumenti antropologici e geopolitici interagiscono con approcci storico-artistici, affrontando diverse tipologie di aree di confine e paesaggi artistico-frontalieri in contesti spazio-temporali eterogenei.
Senza limitarsi all’esperienza del progetto, il panel intende ampliare la discussione e contribuire a una de-/ri-/territorializzazione del concetto stesso di borderland (terra di confine), per valorizzarne le potenzialità pratiche. Si invita quindi a lavorare dentro, intorno e insieme ai confini e alle persone che li abitano, attraverso dialoghi transdisciplinari basati su prospettive antropologiche, storico-artistiche, geografiche e letterarie. Sfruttando i metodi propri di queste discipline, sarà possibile non solo comprendere meglio le aree di confine, ma anche includere gli sguardi delle e dei borderlanders entro un orizzonte epistemico più complesso.