Introduzione
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Un obiettivo metodologico del progetto BorderArt(E)Scapes è mettere in dialogo la ricerca accademica non solo con le politiche territoriali, ma anche con la produzione artistica, attraverso una collaborazione con l’artista visiva Ilaria Turba. Formatasi come artista e fotografa, Turba ha lavorato in contesti di confine e marginalità (Messico-USA, Lampedusa, periferie di Marsiglia), sperimentando pratiche partecipative e relazionali e concependo l’archivio come spazio di memorie e di esperienze personali e collettive. Turba, la cui pratica artistica s’innesta con altri saperi disciplinari, ha attraversato le ricerche in corso nelle cinque unità del progetto, dando vita a un archivio di definizioni di confine confluiti in un progetto di installazione capace di restituire questa esperienza complessa e stratificata in una forma unitaria e accessibile a un pubblico ampio e non specialistico. www.ilariaturba.com
La ricerca
L’artista Ilaria Turba è stata invitata a partecipare al PRIN BorderArt(E)Scapes per sviluppare una ricerca e un progetto di opera inedita, capace di tracciare un fil rouge tra le diverse indagini condotte dalle cinque unità di ricerca, mettendo in relazione le metodologie disciplinari e transdisciplinari attivate, con l’obiettivo di aprire il progetto verso un pubblico più vasto. Nel corso del lavoro, l’artista ha attraversato i luoghi della ricerca, attivando un dialogo con gli undici ricercatori e ricercatrici coinvolti. Questo scambio umano e intellettuale, ha preso avvio dalle specificità delle singole ricerche esplorando le diverse prospettive e peculiarità , per poi allargarsi a riflessioni più ampie sul tema e sulla contemporaneità . Parallelamente, l’artista ha condotto dei percorsi laboratoriali partecipativi: a Bergamo con un gruppo di studentesse e studenti dell’Accademia di Belle Arti e a Trento con un gruppo di ragazze e ragazzi del Liceo Artistico. Attraverso modalità condivise e la messa in campo di pratiche artistiche esperienziali, i laboratori hanno approfondito le tematiche emerse nel corso della ricerca, trasformandole in occasione di dialogo e sperimentazione collettiva. Il progetto installativo finale concepito dall’artista prende forma da questi due percorsi di indagine e di esperienza sul campo, e nasce con l’intento di offrire a un pubblico vario e diversificato uno spazio aperto di riflessione, in cui arte e ricerca si incontrano per generare nuove forme di conoscenza e partecipazione.
Mappa dei luoghi visitati
Il tema del confine come spazio di esperienza
Il tema complesso e sfaccettato del confine, da oggetto di analisi, diviene un punto di vista alternativo e privilegiato che permea ogni fase del processo di realizzazione delle ricerche e della progettazione dell’installazione finale. Muoversi dal e attorno al confine consente, infatti, sia alla figura dell’artista che a quella del ricercatore e delle ricercatrici di sperimentare nuove pratiche di ricerca, di interrogazione critica e, soprattutto, di apertura disciplinare e culturale. Muoversi dal confine, come spazio metodologico ed esperienziale, genera una riconfigurazione dei modi di creare il sapere e entra nella pratica artistica. L’installazione non vuole tanto essere il semplice risultato visivo di un processo di ricerca, quanto piuttosto fungere da catalizzatore di ulteriori esperienze e riflessioni offerte al pubblico che interagirĂ con l’installazione. Â
L'installazione
L’installazione creata da Ilaria Turba riflette la natura complessa, sfaccettata e nomade del progetto: si configura come una serie di pannelli modulari e leggeri che, grazie a un sistema flessibile di incastri, permettono di creare diversi ambienti autoportanti all’interno dello spazio espositivo. Su ciascun pannello saranno stampati frammenti di immagini d’archivio provenienti dalla ricerca, mentre sull’altro lato una campitura bianca sarà destinata a ospitare le definizioni di confine. L’installazione è uno spazio di apprendimento e esperienziale che dalla ricerca si estende ad un pubblico generico e prevede un lavoro di mediazione e di coinvolgimento con realtà locali.
La disposizione dell’installazione nello spazio espositivo verrà decisa attraverso un processo laboratoriale, guidato dall’artista, che coinvolgerà un gruppo di persone del territorio. La progettazione dell’installazione è frutto di un lavoro collettivo che ha coinvolto Hypereden per la progettazione spaziale e Atto Studio per il graphic design, e prevederà la collaborazione di un gruppo di studenti e studentesse di graphic design nella co-progettazione degli elementi visivi e degli oggetti espositivi. Scarica il pdf informativo
Elementi dell'installazione
 Archivio d’immagini
Durante la ricerca, l’artista ha selezionato e rielaborato con la tecnica risograph una serie di immagini provenienti dalle cinque unitĂ di ricerca. Queste immagini d’archivio dialogano tra loro nello spazio attraverso la modularitĂ e l’incastro dei pannelli.  Â
Dialoghi con la ricerca
I dialoghi tra l’artista e i ricercatori sviluppati nel percorso di ricerca confluiranno in quaderni tematici, uno per ogni unitĂ di ricerca. SarĂ così possibile in un’ala dedicata dell’installazione approfondire per ogni ricerca le tematiche e le riflessioni emerse.  Â
Una postazione gioco per due persone
Una postazione interattiva invita il pubblico a esplorare il tema del confine attraverso giochi e azioni partecipative. Si potrĂ scegliere un frammento dell’archivio di immagini, associarlo a una definizione e prendere parte a un gioco a due, che rivela il confine come spazio di relazione. L’attivitĂ sarĂ accompagnata da un mediatore formato dall’artista. Â
Mediazione e partecipazione
La partecipazione rappresenta il cuore del progetto. L’idea di uno spazio-laboratorio esperienziale è nato durante i confronti e i dialoghi tra l’artista, i ricercatori e le ricercatrici, e gli studenti e studentesse coinvolti nei laboratori. L’installazione, concepita come struttura modulare e adattabile, prenderà forma definitiva attraverso un laboratorio partecipativo guidato dall’artista, in cui un gruppo eterogeneo di persone contribuirà a definire la disposizione nello spazio, in dialogo con ogni luogo che ospiterà il progetto. La mediazione con il pubblico sarà curata da un gruppo di giovani formati dall’artista, che accompagneranno i visitatori durante l’esposizione, in particolare nella postazione interattiva a due, pensata per offrire un’esperienza partecipativa e di riflessione sul tema del confine.
Biografia
 La ricerca dell’artista visiva Ilaria Turba si sviluppa nella creazione di progetti interdisciplinari, partecipativi e relazionali che coinvolgono comunità, gruppi e territori specifici, spesso in contesti complessi e difficili. Le sue opere si radicano nello scambio diretto con le persone, incorporando voci, azioni e stimoli dei partecipanti, e si traducono in installazioni, opere nello spazio pubblico, immagini, oggetti, libri d’artista, performance e momenti di festa.
Il lavoro di Ilaria Turba si distingue per coerenza, estetica e sensibilità, che emergono nei processi inclusivi e nella rielaborazione dei temi che sceglie di narrare. Un elemento ricorrente nelle sue creazioni è il dialogo con archivi privati e pubblici.
Dal 2018 al 2022, è artista associata al teatro nazionale Le ZEF di Marsiglia, dove ha sviluppato: Le désir de regarder loin un progetto quadriennale sui quartieri nord della città . Il progetto è in partenariato con il Mucem, il Museo delle civiltà dell’Europa e del Mediterraneo che le ha dedicato una doppia monografia nell’estate 2021.
Dal progetto marsigliese nel 2022 è nato il viaggio dei pani del desiderio un percorso a tappe che ha toccato più territori coinvolgendo varie istituzioni italiane, tra cui: MAXXI Aquila, MAD Firenze, Terzo Paesaggio, Milano, ARS Arte Condivisa in Sardegna, programma di Fondazione di Sardegna e Museo MAN di Nuoro.
Nel 2020 è tra i vincitori della nona edizione dell’Italian Council del Ministero della Cultura Italiano.
Ha presentato i suoi progetti presso: Mucem, Marseille; Centre Pompidou, Parigi; Castello di Rivoli; Manifesta13; Les Rencontres internationales de la photographie d’Arles, (FR); Brooklyn Children’s Museum, NYC; Espace pour l’Art Contemporaine, Nantes; MAAXI Aquila; Museo della Triennale, Milano; Festival Fotografia Europea, Reggio Emilia, Museo Fotografia Contemporanea, Milano, MAN Nuoro.